Chi lavora con le mani è un lavoratore,
chi lavora con le mani e la testa è un artigiano,
chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista.
San Francesco D’Assisi & Louis Nizer
«Ehi, voi due, lo sapete di essere in un bel pasticcio? Intanto premetto che c’è mancato un pelo che invece dei vostri nomi ci mettessi il mio, là sotto. Lo avrei fatto per burla, poiché mi identifico con le vostre parole, poi però ho pensato che sarebbe stato un po’ come rubare e ho preferito lasciar perdere. A dire il vero non volevo
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Cominciamo: per alcune persone presentarsi in pubblico èsempre difficile. Lo era anche per il Poeta. Il motivo non va ricercato in una mancanza di autostima, ma in una semplice quanto elementare difficoltà di espressione: per Il Poeta era complicato spiegare l’universo che si portava dentro. Quando ci provava, quasi tutti (dai familiari, ai colleghi, agli amici) gli rispondevano più o meno allo stesso modo: «tu sei strano, tu sei troppo complicato». Se poi, con calma e un’immancabile quanto illusoria fiducia, lui provava a spiegarsi, andava a finire ancora peggio. La faccenda aveva radici lontane: già da ragazzo il Poeta veniva chiamato “il
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Trovata la strada, il Poeta scoprì subito che aveva un problema. Se da un lato è accettabile che chi scrive poesie debba suo malgrado indossare la maschera del poeta, dall’altro era impossibile per lui amare le maschere, compresa la sua. Per il Poeta era una specie di fregatura perché, nel momento stesso in cui provava ad uscire da un Sistema lavorativo, sociale e familiare che gli stava scomodo e che tutto sommato gli impediva di essere “vivo”, se provava ad essere veramente se stesso, veniva comunque riconosciuto da un altro Sistema che lo accettava solo come maschera e, ovviamente, era come tornare al punto di
...Ma torniamo alle presentazioni e a ciò che più di tutto imbarazzava il Poeta:
«Salve, mi chiamo Massimo e ho un po’ di anni dietro le spalle. Vivo in Friuli, faccio un lavoro in cui ogni giorno sposto una caterva di numeri da alcuni fogli di carta ad un pc e viceversa. La mia vita lavorativa si svolge sempre allo stesso modo, ogni giorno uguale all’altro, e così procede da trent’anni e sembra tanto ‒ ma non è certo ‒ che così andrà avanti per altri due lustri. Per quanto riguarda le attitudini personali posso dire che mi piace tanto il frico friulano, bevo un bicchiere di rosso al giorno, tifo Udinese,
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Ovviamente, quando si esce dal sentiero ufficiale ci si imbatte in complicazioni che restando sulla strada battuta non si incontrerebbero mai: infatti, per ricevere un libro artistico del Poeta, non era sufficiente il pagamento del corrispettivo economico, prima era necessario seguire un breve iter burocratico. Per alcuni era una seccatura, ma per altri un vero piacere. Il desiderio del Poeta era quello di costruire un ponte basato sulla fiducia reciproca: per questo la pratica a cui doveva sottoporsi chi desiderasse una sua opera era quella di telefonargli per prenotare il libro e, successivamente, scrivergli una
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I libri artistici rivestivano il ruolo principale all’interno del progetto del Poeta: erano il fulcro di tutta la produzione. Il problema era proprio questo: spiegare il plastico del trenino su cui essi giravano. Infatti per decifrare lo schema con cui il Poeta creava i suoi libri c’era da perderci la testa, e spesso neppure lui era in grado di ricordare tutti i dettagli e le varie regole con cui catalogava i suoi Figlioli! Il sistema era talmente complesso che fu costretto a scrivere un manuale di istruzioni, eutopia, con il quale spiegare le varie “regole del sette”. Oh, per tutte le matite del mondo, e cosa
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E poi c’era appunto il ruolo dei Cittadini della Bellezza, dei Piloerettisti, degli Eutopisti e degli altri lettori che provavano a dare una mano per diffondere la Bellezza. Era una specie di mondo dentro un piccolo mondo, e il Poeta, che per i suoi Figlioli era a tutti gli effetti il papi, decise che erano maturi i tempi per le nuove avventure di Don Chisciotte. Per questa ragione osò chiedere ai suoi lettori se andava loro di diventare, a tutti gli effetti, dei moderni Sancho Panza, cioè delle persone che, stufe di un modello di vita annacquato ed imbarbarito dai video e dalle chiacchiere superficiali, erano disposti a
...Il Poeta aveva un grosso problema con qualsiasi Sistema, qualsivoglia cosa si intendesse per Sistema.
«Veniamo subito al sodo e senza tanti giri di parole: se mai un giorno un editore desidererà pubblicare gli scritti contenuti in questo sito, deve accettare che tali scritti siano qui gratuitamente fruibili. Un eventuale ‒ e comunque gradito ‒ curatore, stampatore e diffusore di libri, deve quindi accettare che le mie pubblicazioni siano sempre una copia di qualcosa che, seppur sbilenca ed imperfetta, è innanzitutto un’opera originale ed irripetibile prodotta nel mio laboratorio».
...«Tutto ciò che incontrerai in questo sito è stato fatto da non professionisti. I disegni, le attrezzature del laboratorio, le liriche, i racconti, le stampe, il sito, tutto è stato creato da me con l’aiuto di gente come me: siamo stati tutti improvvisatori, sperimentatori o sognatori. Abbiamo sicuramente impiegato il quadruplo del tempo necessario, speso dieci volte tanto, sia in energie fisiche sia in denaro e abbiamo commesso pure una caterva di sbagli e ripartenze, ma tutto ciò ha permesso che io e i miei collaboratori mangiassimo spesso assieme, dormissimo sotto lo stesso tetto, facessimo viaggi, ci volessimo un sacco di bene, qualche volta
...C’era una cosa che non convincevail Poeta: l’aforisma iniziale. La prima volta che lo incontrò pensò che fosse stato scritto da coloro che si trovavano in una condizione simile alla sua. «Chi lavora con le mani è un lavoratore, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista».
Ma dopo l’iniziale compiacimento per l’identificazione,il Poeta cominciò a dubitare che san Francesco potesse esserne il vero autore. Anni prima aveva letto un paio di libri sul santo, guardato dei documentari e alcuni film a lui
...A questo punto, caro lettore, lascio la parola direttamente al Poeta.
«Per quanto mi riguarda, se il problema del webetismo rimanesse circoscritto all’attribuzione di un aforisma non sarebbe grave, ma spesso andando a leggere i commenti di una qualsiasi informazione condivisa sui social media si apre un mondo. Molti internauti investono un sacco di energie per esprimere le proprie opinioni riguardo a qualsiasi contenuto passi loro sotto il naso. È impressionante: se agli smanettoni digitali viene messo a disposizione un breve spazio bianco dove poter dire la propria opinione, una buona parte di loro si
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«Ovviamente è più impegnativo, sia per me che per voi lettori, ma in questo tipo di contratto abbiamo entrambi l’esclusiva dell’unica cosa che conta all’interno di una relazione con qualcuno: la verità condivisa. La mia proposta è quella di condividere un rapporto epistolare fisico, faticoso, d’altri tempi, dove ci si scrive ancora con carta e penna, dove ci si parla a voce e non attraverso la sintesi di un sms o di una mail, dove si spediscono ancora le cose con i pacchi postali, senza contaminazione, senza ombre, senza dubbi, senza filtri altrui. Io quindi parto verso un nuovo progresso, io torno indietro ad un
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