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Il Poeta aveva un grosso problema con qualsiasi Sistema, qualsivoglia cosa si intendesse per Sistema.

«Veniamo subito al sodo e senza tanti giri di parole: se mai un giorno un editore desidererà pubblicare gli scritti contenuti in questo sito, deve accettare che tali scritti siano qui gratuitamente fruibili. Un eventuale ‒ e comunque gradito ‒ curatore, stampatore e diffusore di libri, deve quindi accettare che le mie pubblicazioni siano sempre una copia di qualcosa che, seppur sbilenca ed imperfetta, è innanzitutto un’opera originale ed irripetibile prodotta nel mio laboratorio».

Per il Poeta non era facile spiegarsi, specie se di fronte si trovava un uomo con cravatta annodata al collo e pensieri rivolti solamente al profitto, ma il suo intento era quello di fare un passo in avanti ‒ tornando indietro ‒ proponendo un nuovo tipo di commercio artigianale, più diretto ed equo. In sintesi, in un’epoca dove tutto ormai si stava appiattendo verso un consumismo veloce e superficiale, lui proponeva, senza compromessi al ribasso, qualcosa di antico e romantico, nel tentativo di ridare il giusto valore all’arte manuale. 

«Comunque, in caso di pubblicazione da parte di un editore, le royalties sulle opere di narrativa devono restare a me, mi pare anche giusto, ma quelle sulle poesie devono essere cedute in toto ad un ente teatrale con l’accordo che il ricavato sia reinvestito in corsi di teatro gratuiti per ragazzi e adulti. Vi dirò di più: prendetevi pure le poesie, sono vostre, cari attori, enti, associazioni teatrali, prendetele e fatene quello che volete, purché facciate corsi di teatro. La mia è una volontà testamentaria».

Il Poeta infatti non voleva denaro in cambio della pubblicazione delle sua poesie.

«La Bellezza è di tutti e solo se viene gratuitamente condivisa può generare nuova Bellezza. Io spero solo che le mie poesie possano donare un po’ di Bellezza a chi ne ha di meno. Gli editori che non si riconoscono in quest’ideale sono pregati di non contattarmi».

Queste parole erano appese fuori dalla sua porta, una porta che era aperta a tutti.

 

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