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I libri artistici rivestivano il ruolo principale all’interno del progetto del Poeta: erano il fulcro di tutta la produzione. Il problema era proprio questo: spiegare il plastico del trenino su cui essi giravano. Infatti per decifrare lo schema con cui il Poeta creava i suoi libri c’era da perderci la testa, e spesso neppure lui era in grado di ricordare tutti i dettagli e le varie regole con cui catalogava i suoi Figlioli! Il sistema era talmente complesso che fu costretto a scrivere un manuale di istruzioni, eutopia, con il quale spiegare le varie “regole del sette”. Oh, per tutte le matite del mondo, e cosa c’entra ora il numero sette? Beh, Il Poeta aveva un piacevole rapporto con quel numero, per questo lo celebrò. Tutti i Figlioli ruotavano attorno al sette: quelli che egli donava e rilegava in iuta, quelli che dovevano raggiungere le Biblioteche d’Italia, quelli che viaggiavano da soli e quelli adottabili. Non era semplice districarsi nel dedalo di incroci per giungere ad un Figliolo.

Era tutto spiegato in eutopia, compresi i dettagli tecnici di come il Poeta propose ai suoi lettori di diventare artisti letterari di strada e partecipare al suo sogno di Diffondere la Bellezza. Eutopia era il divertente e complesso manuale di istruzioni utile per smontare utopie impossibili e al contempo il modo pragmatico per partecipare alla realizzazione collettiva di sogni. Era la cosa più complicatamente semplice di questo mondo, un vero rompicapo di Bellezza, la storia di come un dinosauro osò salvarsi dall’estinzione.    

 

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